Sono in arrivo la prossima settimana le procedure europee d’infrazione per deficit eccessivo e per l’Italia, come per gli altri Paesi, si apre l’iter per il riequilibrio forzato dei conti pubblici.
La Commissione Ue pubblica mercoledì il report sul rispetto dei vincoli su disavanzo e debito pubblico da parte degli Stati. Per la prima volta dalla sospensione del Patto di stabilità nel 2020 con il Covid sarà applicata in pieno la governance economica. E ora ci sarà il nuovo Patto, entrato in vigore il 30 aprile con una rivoluzione anche delle regole sul disavanzo eccessivo, oltre che sul controllo dei conti con le traiettorie di spesa.
Nessun dubbio sul fatto che per l’Italia arriverà un responso di disavanzo eccessivo, visto un deficit a fine 2023 ai massimi Ue e al 7,4% del Pil, con l’attesa di Bruxelles che vada al 4,4% nel 2024 per risalire al 4,7% nel 2025 a politiche invariate.
Nelle scorse settimane è filtrata da fonti europee l’attesa che per l’Italia si vada verso una richiesta di aggiustamento strutturale dello 0,5-0,6% del Pil su 7 anni, che corrisponde ad almeno 10 miliardi l’anno. Tra gli sconti strappati dall’Italia al negoziato, lo scorporo degli interessi sul debito nei primi tre anni di procedura.