Il Labour di Sir Keir Starmer si prepara a tassare – pesantemente – i ricchi. E i milionari preparano la fuga dal Regno Unito. Secondo le agenzie del settore, sarebbero circa 10mila i paperoni che hanno già espatriato o chiesto ai loro consulenti di valutare il trasferimento all’estero, in un altro Paese che offra garanzie alle loro ricchezze e asset. Anche perché il 30 ottobre incombe. Quel giorno, la nuova ministra delle Finanze e prima cancelliera dello Scacchiere donna dalla storia britannica, Rachel Reeves, presenterà la nuova legge di bilancio del governo. Che si annuncia lacrime e sangue per i più benestanti.
Che cosa faranno Starmer e il suo esecutivo non è ancora chiaro. Di certo, a meno che il primo ministro non si rimangi clamorosamente le promesse della campagna elettorale, non cambieranno le imposte sulle persone fisiche e nemmeno l’Iva, in linea generale. Ma il governo laburista conta di fare cassa in altri modi, soprattutto dopo aver annunciato alla nazione di “aver scovato un buco nelle finanze da 22 miliardi di sterline, ereditato dai conservatori”. Innanzitutto, oltre alla lotta all’evasione e all’elusione fiscale, sono quasi certe maggiori tasse sui “capital gains”, ossia sui profitti da fondi e altri asset finanziari e proprietà immobiliari che, alla vendita, hanno un valore superiore rispetto a quello dell’acquisto. Imposte che attualmente oscillano tra il 20 e il 28%, ma che potrebbero presto salire.
Uno scenario che spaventa i paperoni residenti sul suolo britannico, anche perché il precedente governo Sunak aveva rimosso parzialmente un altro loro privilegio: lo status di “non dom”, ossia la possibilità di pagare meno tasse nel proprio Paese di origine, anche se si risiedeva ufficialmente nel Regno Unito. Questa mossa però porterebbe nelle casse del Regno al massimo 1,3 miliardi di sterline all’anno, nella migliore delle ipotesi, e nella peggiore una perdita addirittura di 900 milioni. E dove andranno tutti questi signori? Le destinazioni più popolari potrebbero essere Svizzera, Portogallo, Cipro, Dubai e anche l’Italia, già casa per circa 290mila milionari grazie alla “flat tax” per neo-residenti (contro gli attuali 690mila del Regno Unito, oltre a 75 miliardari).
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