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Non è facile collocare le origini dei Tarocchi in un’epoca e in un luogo preciso. Molti aspetti della vicenda appaiono avvolti nel mistero e sono oggetto di grandi speculazioni. Ma è comunque interessante passare in rassegna leggende e teorie cui di volta in volta si è dato credito. Alcuni affermano chei Tarocchi nacquero da geroglifici, papiri, tavolette, pergamene dell’antico Egitto, della Grecia e della Palestina. Altri sono certi che furono ideati nell’ Italia medievale per servire a un semplice gioco di carte, detto appunto dei Tarocchi. Altri ancora sostengono che siano rappresentazioni di una tradizione esoterica nata in Medio Oriente, che riuscì a sopravvivere ai secoli del Medioevo e dell’inquisizione. Fermi restando alcuni dati di fatto, che portano all’Italia dei secoli XIV e XV, ci sono buone probabilità che le origini dei Tarocchi rimarranno sempre misteriose. Nei paragrafi seguenti introdurrò brevemente la complessa vicenda. Riguardo alle origini dei Tarocchi è impossibile fare date: per questo non
tento di stabilire una cronologia e mi limito a riassumere brevemente alcune delle tante teorie che collocano le origini in varie parti del mondo.

PALESTINA.Una teoria sostiene che i Tarocchi nacquero dagli
insegnamenti degli esseni, una setta di asceti ebraici insediati nella zona del Mar Morto, nell’attuale Israele, fra i secoli Il a.C. e I d.C. circa.

GRECIA. Alcuni pensano che i Tarocchi derivino dall’opera del filosofo greco Cebete di Tebe, che visse nel V-IV secolo a.C. Allievo di Socrate, Cebete avrebbe disegnato una serie di figure nella cosiddetta Tavola di Cebete, che illustravano la creazione del mondo e la storia dell’umanità
in realtà l’opera è molto più tarda e di autore sconosciuto). Secondo altri i Tarocchi nacquero dagli insegnamenti di Ermete Trismegisto (figura che unisce il dio greco Hermes e il dio egiziano Thot), contenuti in opere riguardanti le arti e le scienze esoteriche: astrologia, numerologia, alchimia, geometria sacra. La leggenda narra che Ermete Trismegisto diede i Tarocchi agli zingari, poiché viaggiavano in tutto il mondo. I testi ermetici ebbero una significativa diffusione durante il Rinascimento, in seguito alla traduzione operata da Marsilio Ficino. A lungo si ritenne, erroneamente, che si trattasse di un’eredità dell’antico Egitto, giunta in Europa attraverso la mediazione della filosofia greca, ma già nel Seicento si ebbe la conferma che in realtà le opere del fantomatico Ermete risalivano «soltanto» ai primi secoli dell’era cristiana.

EGITTO. Secondo una leggenda i Tarocchi furono ideati da Thot, il dio egizio della sapienza, della scrittura e della magia. Va notato che verso il II secolo a.C. Thot fu assimilato al dio greco Hermes, per divenire-come detto poco sopra a proposito della Grecia – Ermete Trismegisto (che sta per «Hermes tre volte grandissimo»). Molte scuole di pensiero sostengono che i Tarocchi siano frutto delle scuole misteriche egizie, attive molti secoli prima della nascita di Cristo. C’è chi dice che addirittura siano la trasposizione in immagini di un testo sacro che conteneva la più pura saggezza degli antichi egizi. In effetti, finché non venne cristianizzato, I’Egitto fu un centro di diffusione delle dottrine esoteriche. Purtroppo nel 47 a.C. la biblioteca reale di Alessandria
d’ Egitto, in cui si conservavano i libri riguardanti tali dottrine, prese fuoco nel corso della spedizione condotta da Giulio Cesare e moltissimi volumi andarono perduti. Oltre quattro secoli più tardi, nel 391 d.C., alcuni fanatici cristiani, in seguito a un editto emanato dall’imperatore Teodosio, ostile alla cultura pagana, entrarono nella biblioteca del Serapeum (destinata al pubblico, era una struttura ben distinta da quella della biblioteca reale) e appiccarono un incendio che distrusse parte delle opere librarie secondo una tradizione anche i conquistatori arabi, nel VIl secolo, diedero il loro contributo allo scempio, ma la notizia non ha mai trovato conferma). Molte opere esoteriche, comunque, sopravvissero a tutte queste vicende. Non fate come Teodosio, che cercò di cancellare tutto ciò che non s’accordava con la sua ideologia religiosa. Diffidate di chi vi dice che i Tarocchi e i libri che ne parlano sono strumenti del diavolo, che si devono soltanto bruciare. Non vi meravigliate d’incontrare persone che proferiscono questi consigli: a me è capitato più volte nel corso degli anni. C’è anche un’ipotesi secondo la quale i Tarocchi deriverebbero dalla
Mensa isiaca o Tavola bembina, una mensa d’altare in bronzo intarsiato, che fu scoperta a Roma durante il sacco dei lanzichenecchi del 1527 e fece parte in seguito della collezione del cardinale Pietro Bembo (per
questo è detta bembina). Il manufatto, oggi custodito nel Museo delle Antichità Egizie di Torino, recherebbe incisi gli elementi basilari dei Tarocchi. In ogni caso si tratta di un’opera di fattura romana del I secolo,
importante testimonianza delle tecniche metallurgiche dell’epoca: ispirata alle tradizioni religiose egizie, contiene geroglifici e figure che secondo gli egittologi sono confusi e in sostanza privi di senso.

MAROCCO. La fenice risorge dalle ceneri! Una leggenda dice che durante l’incendio del Serapeum di Alessandria, nel 391, un gruppo di sacerdoti che lavoravano nella biblioteca riuscì a salvare alcuni dei manoscritti e a nasconderli. Quei testi vennero poi tradotti nel linguaggio universale delle immagini, i Tarocchi, in occasione di una riunione avvenuta a Fez nel corso dell’XI secolo.

CALDEA, FENICIA E BABILONIA. I Tarocchi avrebbero trovato origine
negli insegnamenti delle scuole misteriche di Caldea, Babilonia (regioni dell’attuale Iraq) e Fenicia (Libano), sottoforma di un libro d’immagini. Nell’antichità i libri come noi oggi l’intendiamo non esistevano ed erano composti da strisce di papiro che venivano incollate e poi arrotolate come il rotolo in mano alla Papessa.

ARABIA. Alcuni sostengono che i Tarocchi abbiano radici nelle dottrine segrete dei sufi, confraternite di mistici musulmani che cominciarono a formarsi fin dal Vll secolo e si diffusero in tutti i territori via via colonizzati dai conquistatori islamici, dalla Spagna all’Afghanistan.

EUROPA. I Tarocchi sarebbero stati creati nell’Europa del XIl secolo dai cavalieri templari, un ordine monastico militare i cui membri, durante le crociate in Terrasanta, avrebbero avuto conoscenza delle scuole misteriche mediorientali. Tornando in Europa, portarono con sé questa «saggezza proibita» e la trasposero nelle carte da gioco, ma in una forma riconoscibile solo dagli iniziati, cosi da evitare la distruzione delle carte e la persecuzione dell’ordine. Accusati di eresia e di varie nefandezze, all’inizio del XIV secolo i templari subirono la confisca delle proprietà e furono imprigionati, torturati e uccisi. L’attribuzione ai templari, comunque, introduce il concetto delle carte velate, ovvero configurate in maniera tale da trasmettere significati diversi rispettoa quelli autentici, che rimangono nascosti.

ITALIA. Per alcuni i Tarocchi furono concepiti per celare e salvaguardare certi insegnamenti spirituali e per proteggere gli adepti dalle accuse di eresia. Ma secondo gli storici, come ho già detto in precedenza, i Tarocchi non sono altro che un gioco, documentato nel XV secolo presso le corti dell’ ltalia settentrionale e praticato con un mazzo di 78 carte, 22 delle quali con immagini allegoriche, considerate briscole o a tutti (gli Arcani maggiori).

GERMANIA. I Tarocchi sarebbero stati creati dai rosacroce, membri di una confraternita segreta nata in Germania nel XVIl secolo. Si è detto che i Tarocchi costituirebbero il libro della conoscenza universale e che
i principi sostenuti dal gruppo fossero veicolati tramite allusioni anziché vere e proprie affermazioni. La Rota mundi (oruota del mondo), che compare spesso negli scritti rosacroce, non solo rimanda alla natura
ciclica dell’universo e all’evoluzione della consapevolezza dell’ uomo;
allude anche al ruolo dei Tarocchi in tali processi (anagrammando il
termine latino rota, si ottiene taro, che è immagine del tetragramma.

INGHILTERRA. Alcuni pensano che i Tarocchi siano un’espressione
simbolica dei principi basilari della massoneria, un ordine iniziatico nato in Inghilterra sul finire del XVIlI secolo. Ma ci sono altre due teorie che rimandano a questo paese. Una dice che i Tarocchi risulterebbero dal
sistema magico sviluppato da John Dee, matematico e geografo, nonché astrologo della regina Elisabetta I, nel XVI secolo. Un’altra ritiene che i Tarocchi moderni derivino dagli insegnamenti dell’Ordine ermetico dell’Alba dorata (Hermetic Order of the Golden Dawn), fondato a Londra alla fine del XIX secolo. Questa organizzazione, che nella storia delle scuole misteriche occidentali fu la prima accessibile a tutti (bastava pagare la quota d’iscrizione), attingeva soprattutto a principi
dei rosacroce e della massoneria.

I Tarocchi si debbano considerare come perle in un filo: prese singolarmente sono, appunto, semplici perle, che significano poco; una dietro l’altra formano una collana. I Tarocchi sono questa collana. Questi i presupposti della mia riflessione: Penso che tutti gli esseri umani siano legati fra loro. La teoria della risonanza morfica, messa a punto da Rupert Sheldrake, ha dimostrato che quando una nuova idea o un nuovo comportamento si sviluppano nella nostra mente, si può essere pressoché certi che la stessa idea o lo stesso comportamento prima o poi si svilupperanno anche nella mente di altre persone. C’è un altro modo di considerare l’argomento: tutti gli uomini sono connessi attraverso l’inconscio collettivo, una sorta di banca dati che contiene tutti i nostri ricordi e la nostra storia, dall’alba dei tempi. Tutti noi depositiamo e preleviamo da questa banca dati. Quando una persona deposita qualcosa, chiunque si trovi sulla stessa lunghezza d’onda può
prelevarla.

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